La microkinesiterapia é un metodo terapeutico manuale che si pratica senza alcun strumento. Il terapeuta tocca il corpo del paziente con le proprie mani per percepire un micromovimento che corrisponde ad un movimento di bilanciamento ritmico di tutti i tessuti. Questi micromovimenti che passano inosservati per chi non é allenato a scoprirli, ma che sono invece a portata delle mani di un terapeuta esperto ed allenato, sono presenti in tutte le strutture mesodermiche dell’organismo: riconoscerlo e renderlo percettibile significa palpare un tessuto sano e in buon equilibrio.
Il microkinesiterapeuta riconosce il buon funzionamento dei differenti tessuti organici con la palpazione delicata e dolce. Questa terapia manuale che serve da compendio a quella che é la palpazione classica di ogni visita medica e che in piu può servire anche da mezzo terapeutico, sfrutta l’esistenza del Movimento Ritmico Primario o, classicamente, micromovimento.
L’esistenza del micromovimento é opera di un americano, William Garner Sutherland, che nel 1939 pubblica un libro intitolato "The Cranial Bowl". Osteopata, diplomato alla Scuola Americana di Osteopatia di Kirksville nel 1900, Sutherland fu affascinato dalla conformazione delle strutture ossee del nostro organismo, cosi sublimamente formate e unite tra loro da porsi domande semplici, ma originali: non ci potrebbe essere, ad esempio, un rapporto tra la fine squama dell’osso temporale e le branchie di un pesce, che si aprono e si chiudono secondo la sua respirazione?
Sutherland, palpando in maniera molto fine le ossa del cranio, si accorse che esse erano effettivamente animate da un micromovimento di andata e di ritorno, secondo un ritmo constante, quasi invariabile, da 8 a 14 movimenti al minuto, cioé quasi 3 secondi in un senso e 3 secondi nell'altro. In questo modo le ossa del cranio si muovono in un micromovimento gli uni in rapporto agli altri e le suture sono altrettante cerniere che impediscono loro di separarsi, sempre permettendo loro, però, di muoversi tra di loro. Sutherland continuò il suo studio su tutte le strutture ossee arrivando anche all’osservazione della presenza del micromovimento nelle articolazioni; infatti le articolazioni del corpo rispondevano perfettamenue a determinate mobilizzazioni, molto delicate, che egli chiama ”fluidiche", e che consistevano nel percepire la direzione nella quale questa articolazione era stata forzata; in seguito egli eseguiva questo movimento di lesione fino ad un punto d'immobilità relativa dei tessuti e aspettava allora una spinta corretrice del corpo, che poteva essere amplificata da una collaborazione attiva del paziente, con una irspirazione o una espirazione forzata a seconda delle lesione osservata.
Si pué dunque dire che queste due "scoperte" fondamentali di Sutherland, il Movimento Respiratorio Primario e la correzione "fluidica", fanno parte dei parametri di base della Microkinesiterapia.
Il micromovimento, quindi, é alla base di questa tecnica terapeutica che trova nei movimenti di ogni struttura organica la sua base. Il nostro organismo possiede un grande numero di movimenti, oltre a quelli volontari; essi sono indispensabili alla vita, siano i movimenti respiratori, i battiti cardiaci, il peristaltismo degli intestini. Questi movimenti involontari sono per la maggior parte del tempo ritmici, secondo una cadenza che é propria di ciascun organo.
Ma le scoperte di Sutherland e dei suoi discepoli hanno avuto dei limiti: la correzione delle lesioni osteoarticolari non potevano essere legate soltanto ai micromovimenti recepiti sulle strutture sia ossee che articolari, ma dovevano essere soprattutto basate su una "forza vitale" sottostante che rimaneva per loro ignota. E’ per questo scopo che, non avendo l’osteopatia scoperto la base o, più umilmente, alcune cause fondamentali di tali lesioni, sono nate in seguito tecniche come la fascioterapia, la pressoterapia, la biokinergia, la kinesiologia, ecc., tutte con 1'obbiettivo di accedere a questo principio di vita, a questa energia giacente per restaurarla il meglio possibile.
Con questa premessa, la microkinesiterapia é partita alla ricerca di questa energia cercando al di là delle strutture osteoarticolari: lo studio dei tessuti molli é stata la prima tappa. Lo scopo di questa ricerca é nello studio dei muscoli: infatti che cos'é un muscolo se non un piccolo elemento dinamico capace di contrarsi e di produrre un'azione a distanza, su delle leve, e che permette la mobilità di un’articolazione?
Dunque qualsiasi manifestazione di blocco, trovata a livello delle articolazloni che sono dolentl alla palpazione, o in quelle nelle quali si sviluppa una artrosi, non sono altro che manifestazioni di blocco a distanza, situate nei centri muscolari. Quindi si é iniziato a palpare il muscolo invece delle strutture ossee: infatti era sufficiente bloccarlo affinché potesse apparire una restrizione nelle articolazioni sotto-giacenti o a distanza. Ma bisognava trovare un modo piu razionale, metodico e scientifico per controllare tutti questi muscoli.
Se abbiamo visto che l'assenza del micromovimento é sempre associata a una lesione, che le strutture che mettono in risonanza questo micromovimento sono quelle mesodermiche, allora l'approccio piu razionale è quello embriologico.
Il microkinesiterapeuta riconosce il buon funzionamento dei differenti tessuti organici con la palpazione delicata e dolce. Questa terapia manuale che serve da compendio a quella che é la palpazione classica di ogni visita medica e che in piu può servire anche da mezzo terapeutico, sfrutta l’esistenza del Movimento Ritmico Primario o, classicamente, micromovimento.
L’esistenza del micromovimento é opera di un americano, William Garner Sutherland, che nel 1939 pubblica un libro intitolato "The Cranial Bowl". Osteopata, diplomato alla Scuola Americana di Osteopatia di Kirksville nel 1900, Sutherland fu affascinato dalla conformazione delle strutture ossee del nostro organismo, cosi sublimamente formate e unite tra loro da porsi domande semplici, ma originali: non ci potrebbe essere, ad esempio, un rapporto tra la fine squama dell’osso temporale e le branchie di un pesce, che si aprono e si chiudono secondo la sua respirazione?
Sutherland, palpando in maniera molto fine le ossa del cranio, si accorse che esse erano effettivamente animate da un micromovimento di andata e di ritorno, secondo un ritmo constante, quasi invariabile, da 8 a 14 movimenti al minuto, cioé quasi 3 secondi in un senso e 3 secondi nell'altro. In questo modo le ossa del cranio si muovono in un micromovimento gli uni in rapporto agli altri e le suture sono altrettante cerniere che impediscono loro di separarsi, sempre permettendo loro, però, di muoversi tra di loro. Sutherland continuò il suo studio su tutte le strutture ossee arrivando anche all’osservazione della presenza del micromovimento nelle articolazioni; infatti le articolazioni del corpo rispondevano perfettamenue a determinate mobilizzazioni, molto delicate, che egli chiama ”fluidiche", e che consistevano nel percepire la direzione nella quale questa articolazione era stata forzata; in seguito egli eseguiva questo movimento di lesione fino ad un punto d'immobilità relativa dei tessuti e aspettava allora una spinta corretrice del corpo, che poteva essere amplificata da una collaborazione attiva del paziente, con una irspirazione o una espirazione forzata a seconda delle lesione osservata.
Si pué dunque dire che queste due "scoperte" fondamentali di Sutherland, il Movimento Respiratorio Primario e la correzione "fluidica", fanno parte dei parametri di base della Microkinesiterapia.
Il micromovimento, quindi, é alla base di questa tecnica terapeutica che trova nei movimenti di ogni struttura organica la sua base. Il nostro organismo possiede un grande numero di movimenti, oltre a quelli volontari; essi sono indispensabili alla vita, siano i movimenti respiratori, i battiti cardiaci, il peristaltismo degli intestini. Questi movimenti involontari sono per la maggior parte del tempo ritmici, secondo una cadenza che é propria di ciascun organo.
Ma le scoperte di Sutherland e dei suoi discepoli hanno avuto dei limiti: la correzione delle lesioni osteoarticolari non potevano essere legate soltanto ai micromovimenti recepiti sulle strutture sia ossee che articolari, ma dovevano essere soprattutto basate su una "forza vitale" sottostante che rimaneva per loro ignota. E’ per questo scopo che, non avendo l’osteopatia scoperto la base o, più umilmente, alcune cause fondamentali di tali lesioni, sono nate in seguito tecniche come la fascioterapia, la pressoterapia, la biokinergia, la kinesiologia, ecc., tutte con 1'obbiettivo di accedere a questo principio di vita, a questa energia giacente per restaurarla il meglio possibile.
Con questa premessa, la microkinesiterapia é partita alla ricerca di questa energia cercando al di là delle strutture osteoarticolari: lo studio dei tessuti molli é stata la prima tappa. Lo scopo di questa ricerca é nello studio dei muscoli: infatti che cos'é un muscolo se non un piccolo elemento dinamico capace di contrarsi e di produrre un'azione a distanza, su delle leve, e che permette la mobilità di un’articolazione?
Dunque qualsiasi manifestazione di blocco, trovata a livello delle articolazloni che sono dolentl alla palpazione, o in quelle nelle quali si sviluppa una artrosi, non sono altro che manifestazioni di blocco a distanza, situate nei centri muscolari. Quindi si é iniziato a palpare il muscolo invece delle strutture ossee: infatti era sufficiente bloccarlo affinché potesse apparire una restrizione nelle articolazioni sotto-giacenti o a distanza. Ma bisognava trovare un modo piu razionale, metodico e scientifico per controllare tutti questi muscoli.
Se abbiamo visto che l'assenza del micromovimento é sempre associata a una lesione, che le strutture che mettono in risonanza questo micromovimento sono quelle mesodermiche, allora l'approccio piu razionale è quello embriologico.